Assicurazioni, Sos Ue sul clima

La Commissione Europea chiama in campo le compagnie assicurative nella gestione dei danni provocati dalle catastrofi naturali e le imprese si preparano all’azione. A muovere per prima è stata l’Olanda, dove di recente è stato firmato un accordo tra l’Istituto Reale per la Salute Pubblica e l’Ambiente e il comparto assicurativo. L’obiettivo, come ha spiegato il vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, presentando nei giorni scorsi il piano strategico dell’Unione Europea per adattarsi al cambiamento per il rischio climatico, è di dare un sostegno al settore assicurativo con indicazioni puntuali e aggiornate.

«L’Istituto fornirà informazioni in modo che gli assicuratori possano creare migliori prodotti a un prezzo più equo per i clienti», ha chiarito Timmerman, auspicandosi che l’iniziativa venga replicata in altri Paesi e ricordando che «il divario nella protezione del clima in Europa è ancora troppo elevato e troppo spesso l’onere finanziario dei disastri naturali ricade su famiglie e imprese non assicurate o sulle finanze pubbliche». 


 
Una situazione allarmante se si considera che, secondo le stesse stima dell’Unione, le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi sono in aumento e quelle conteggiate in Ue superano una media di 12 miliardi di euro l’anno. Non solo. «Stime prudenti mostrano che esporre l’economia odierna dei Paesi dell’Unione a un riscaldamento globale di 3 gradi rispetto a quelli preindustriali comporterebbe una perdita annua di almeno 170 miliardi di euro», hanno aggiunto dall’Unione Europea, aprendo a un confronto con le compagnie che è stato subito accolto dall’Ania. L’associazione italiana delle assicurazioni presieduta da Maria Bianca Farina ha osservato come la proposta della Commissione vada proprio «nel senso auspicato da Ania di perseguire una più efficace resilienza agli eventi catastrofali, con la conseguente riduzione dei costi a carico dello Stato per la copertura dei loro effetti». La soluzione, ha aggiunto Farina, consisterebbe in «una partnership pubblico-privata che preveda uno strumento d’assicurazione delle abitazioni contro rischi legati a sismi, alluvioni ed eventi naturali. Oggi le coperture sono pari a circa il 4,5% delle abitazioni, nonostante l’alto rischio che caratterizza l’Italia». Facendo leva sulla mutualizzazione dei rischi si possono garantire prezzi contenuti, tempi certi e ragionevoli dei risarcimenti, trasparenza delle procedure e attenzione della prevenzione», ha sottolineato Farina aggiungendo che per ottenere una partecipazione ampia allo schema assicurativo si potrebbe fare ricorso anche al recovery fund. Intanto anche il mondo accademico ha analizzato la gestione delle assicurazioni catastrofali studiando in particolare i cat bond.


Dal progetto realizzato dalla professoressa Albina Candian, dell’Università di Milano, dal professore Claudio Cacciamani, dell’Università di Parma, dalla professoressa Sara Landini, dell’Università di Firenze e dal presidente di Anra, Alessandro De Felice, con un sondaggio realizzato tra 647 imprese, emerge che questi strumenti possono costituire una valida risposta nella gestione dei rischi catastrofali. Con i cat-bond, già utilizzati in Italia da Generali e da Unipol, l’investitore che sottoscrive i bond riceve un interesse (spesso rilevante) per tutta la durata del contratto, ma nel caso in cui si verificasse l’evento catastrofale cosiddetto «trigger» il capitale (in parte o per intero) non verrebbe restituito. 


Per arrivare tuttavia a un’affermazione di questo genere di strumenti è necessario semplificare i contratti, standardizzandoli ove possibile, e prevedere interventi normativi utili a superere i vincoli legali che finora li hanno frenati. «I risultati della nostra indagine empirica mostrano una mancanza di diffusione dei cat-bond tra gli operatori», concludono i professori, aggiungendo che si tratta «di un comportamento che appare irrazionale, considerando i vantaggi economici che tali strumenti offrono nella gestione dei rischi catastrofici».


Fonte: milanofinanza.it
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